Il 29 giugno si è svolta la II Giornata della Ricerca del Centro Grossi Paoletti che quest’anno si è proposta al pubblico con un taglio meno scientifico e più divulgativo. L’argomento è certo di attualità: comunicare la scienza alla società civile. In periodi caldi in tema di vaccini, di bufale scientifiche e di fake news dilaganti, in particolare sui social network, il ruolo degli addetti ai lavori è cruciale. In quest’ottica il ricercatore non può più rimanere chiuso nella propria turris eburnea, ma deve avere la responsabilità di divulgare la scienza per combattere i pregiudizi e le convinzioni sbagliate. Leggi tutto “Scienza a colazione”
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La ricerca è anche cuore e ispirazione
Quest’anno festeggerò diciannove anni di onorata carriera presso il DiSFeB, praticamente metà della vita che ho vissuto, e posso dire con cognizione di causa che sono cresciuta umanamente e professionalmente respirando ricerca ovunque, anche soltanto attraversando i corridoi. Vi tranquillizzo subito, non sto scrivendo per raccontarvi la storia della mia vita – dal momento che annoierebbe anche me – ma perché ho trovato il coraggio di provare a spiegare cosa significa la parola ricerca per chi ricercatore non è.
Autarchia
Farsi da sé, non dipendere da nessuno: un proposito orgoglioso. Ma anche la scelta migliore? La biologia risponde di no. Gli organismi unicellulari fanno tutto da sé, ma questo loro tutto non riesce neppure ad avvicinare la complessità di quanto fatto dagli organismi pluricellulari, in cui vigono la diversificazione delle strutture e la suddivisione dei compiti tra diversi tessuti, organi, sistemi. I vegetali si fanno da sé partendo da poco più che aria (anidride carbonica) e luce; gli animali hanno capacità di sinterizzare/trasformare molecole organiche infinitamente minori rispetto ai vegetali ma se la cavano benissimo procurandosi quanto loro serve attraverso l’alimentazione.
Partiamo da qui
Durante il periodo della mia candidatura come futuro direttore del nostro dipartimento, ho condiviso con tutti i colleghi il desiderio di iniziare a lavorare su un progetto di comunicazione che si rivolgesse ai cittadini, alla società civile, utile per condividere con loro le nostre attività di ricerca.
Chi ci legge avrà notato che negli ultimi anni stiamo assistendo a una significativa apertura del sistema della ricerca accademica verso il pubblico, che coincide anche con un accresciuto interesse dei cittadini per la ricerca scientifica, con particolare attenzione per quella biomedica e biotecnologica, che tanto significativamente sta cambiando la qualità e l’aspettativa della nostra vita.
Comunicare il fallimento
Proviamo a parlare qualche minuto di comunicazione del fallimento?
È un tema negletto per chi si occupa di comunicazione ma è qualcosa con cui dobbiamo imparare tutti a fare i conti, perché comunicare in maniera onesta e responsabile è un dovere nei confronti dell’opinione pubblica, dei cittadini.
Comunicare la scienza
Le innovazioni scientifico-tecnologiche sono un fattore chiave nel determinare la durata e la qualità della vita della società di oggi. È innegabile che la società civile sia sempre più interessata agli argomenti di scienza e tecnologia e gli scienziati sono considerati gli attori più affidabili nella divulgazione dei risultati della propria ricerca [ipsos mori 2014].
L’attività di comunicazione è diventata parte integrante della ricerca scientifica, come indicato anche recentemente nella carta europea dei ricercatori [link]. Diventa importante che il ricercatore faccia conoscere il proprio lavoro sia per attrarre finanziamenti sia per divulgare le ricadute positive delle proprie ricerche.